The Whispering Room: 30 notti all’alba di Antonia Calabrese

Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare. Apprendi dagli audaci, dai forti, da chi non accetta compromessi, da chi vivrà malgrado tutto. Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba. Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.
(Pablo Neruda)

 

Cari lettori, torna con una nuova uscita la nostra rubrica The Whispering Room, protagonista di oggi è di 30 notti all’alba, il nuovo romanzo di Antonia Calabrese in arrivo i primissimi di maggio non si classifica facilmente all’interno di un filone letterario prestabilito, ma presenta dei punti in comune con il “new italian epic”.

L’autrice ci anticipa: “È una storia che definirei ‘un rosa al contrario’, nel senso che mentre la maggior parte delle storie romantiche vanno dall’indifferenza all’amore, talvolta alla passione più sfrenata, quella che racconto va dall’amicizia e dall’affetto iniziale alla disaffezione”, spiega l’autrice. “La vicenda ipotizza l’avvento di una ‘controrivoluzione sessuale’, per cui un certo numero individui giovani potrebbe apprezzare maggiormente l’amore platonico come reazione agli eccessi delle generazioni precedenti. Se fino a qualche decennio passato era dibattuta la volontà, o meno, di arrivare vergini al matrimonio, ora il tema controverso troverebbe dibattito nella scelta personale di chi preferisce l’astinenza.”

 

Editore: ***
Data di uscita: 1 maggio 2023
Pagine:***
Prezzo: ***

Il nuovo romanzo di Antonia Calabrese, “30 notti all’alba”,  racconta la storia di Tecla, una giovane ventunenne che vive in un’Italia in cui le distanze sono raccorciate dal progresso tecnologico ma il ruolo della donna rimane accessorio rispetto al sistema. Tecla soffre di vertigini e improvvisi episodi di cecità dopo un incidente automobilistico. Nonostante l’analisi obiettiva la dichiari del tutto sana, passa le sue giornate fra sedute di psicanalisi e una vita insoddisfacente, angosciata dall’insistente ossessione di Berto nei suoi confronti. Per decisione familiare dovrebbe sposarlo, cosa che lei rifiuta e che la porta a sentirsi vittima di un’insostenibile coercizione. Trattata come un caso patologico, Tecla avrà modo di sperimentare che “viviamo in due dimensioni diverse, quello che siamo e quello che avremmo potuto essere”.
“30 notti all’alba” è un romanzo che spinge oltre i confini della società odierna, ipotizzando una controrivoluzione sessuale negli anni quaranta del duemila, di cui la protagonista Tecla diventa un emblema. Dopo un incidente automobilistico che la lascia con vertigini e cecità improvvise, Tecla è costretta ad affrontare la pressione dei suoi familiari per sposarsi con Berto, nonostante il suo rifiuto dovuto alla ferma volontà di castità. Tutto ciò la porta a sentirsi vittima di un’insostenibile coercizione, mentre i suoi giorni passano fra sedute di psicanalisi e una vita insoddisfacente. Nel romanzo, il tema dell’asessualità si intreccia con questioni più ampie di libertà sessuale e individuale in un mondo ancora troppo legato a stereotipi e convenzioni di genere. Tecla dovrà lottare contro la malattia, l’ostinazione e i pregiudizi della società, mentre affronta le difficoltà quotidiane che la vita le riserva. Una storia toccante e avvincente, ambientata in una futura Italia in cui le distanze sono raccorciate dalla tecnologia ma il ruolo delle donne rimane marginale.

 

#Bottaerisposta

 

 

  • Com’è nata l’idea di 30 notti all’alba?

Da tempo desideravo scrivere qualcosa del genere, una storia che avesse come cardine l’asessualità, il desiderio non corrisposto, il diritto alla propria diversità, la sofferenza e la caparbietà di chi decide di rinunciare all’amore comunemente inteso, la persecuzione che scatena la castità. A un certo punto mi è balenata l’idea, l’ispirazione, il filo conduttore della trama del romanzo.

 

 

  • C’è un episodio che le si è delineato prima degli altri?

Difficile rispondere, perché in realtà più che un episodio di solito è la visione di assieme della narrazione quella che mi viene in mente, quella sostanziale differenza dalle altre storie, lette o scritte in precedenza. Scendo nei particolari solo più tardi, dopo avere definito la famosa “scaletta”.

 

 

  • Ci parli dei suoi personaggi.

La narrazione è ricca di personaggi, ciascuno con il suo delineato e particolare carattere. Tecla, la protagonista principale, figura emblematica della controrivoluzione sessuale dei giovani del secondo ventennio del duemila, è ostinata nel suo rifiuto di sposare il cugino, un ottimo partito. Soffre di vertigini e improvvisi episodi di cecità senza che si riesca ad accertare un motivo fisico all’origine del suo malessere. Patisce la lontananza dal suo lavoro di restauratrice che ama molto e passa le giornate fra sedute di psicanalisi e discussioni inutili in famiglia. Dorme poco e male, angosciata da sogni incomprensibili, spaventi notturni, visioni oniriche e suggestive evocazioni della sua coscienza recondita. Roberto, il cugino. Coprotagonista della storia, ossessionato dal desiderio nei confronti di Tecla. Vincenzo, il padre, esigente e severo con qualche scrupolo di coscienza. Fausta, la madre. Ha rinunciato alla carriera di soprano per fare la moglie a tempo pieno. Vanessa, la sorellastra, una figura complementare rispetto alla protagonista, con un ruolo importante nella storia, è la sorella migliore che si possa desiderare. Assai diversa caratterialmente, per quanto non riesca appieno a capirla, le sta però molto vicina. Vanessa ha una relazione con Pippo che rischia di incrinarsi. Nonna Serina, un po’ filosofa, è convinta che l’atteggiamento alla castità di sua nipote Tecla sia una moda, attribuibile alla corrente di controrivoluzione sessuale di cui parlano i media. Lo psicanalista, Niccolis, che a un certo punto infrange l’etica professionale e mette le mani addosso a Tecla, peggiorando la sua già difficile situazione. Gli zii di Firenze e l’adorabile cugino fiorentino e poi l’amica-collega invadente, ma solo di passaggio. E poi c’è la “voce” della band di un concerto al quale le due sorelle vanno ad assistere a Firenze, che interpreta il ruolo decisivo, ma a questo riguardo non aggiungo nulla per non fare spoiler. Ciascuno dei personaggi della storia a suo modo avversa Tecla, la protagonista, e non si sforza o non riesce a capirla. Lei è determinata a fare di testa sua, anche se non le è chiaro come uscirne.

 

 

  • Come descriverebbe la protagonista con tre aggettivi?

Travagliata, tenace, speranzosa.

 

 

  • Se dovesse associare una canzone al suo romanzo quale sceglierebbe?

Nel romanzo è citato più di un motivo, allegoricamente associato alla narrazione, fra gli altri “The Thin Line Between Love And Hate” degli Iron Maiden. Vincenzo, il padre della protagonista possiede una collezione di vinili a cui è molto affezionato e ama canticchiare. Suggestivo è l’accostamento di una canzone dei Rainbow, Light in the Black”, a un episodio narrato ( “All my life it seems, just a crazy dream, reaching for somebody’s star – tutta la mia vita sembra solo un sogno folle, alla ricerca della stella di qualcun altro.”). La musica ha un ruolo molto importante nello svolgimento della trama del romanzo, e spesso fa da ossatura al racconto. La sezione decisiva e conclusiva, per esempio, descrive una band immaginaria, un concerto, una “voce”, determinanti per la conclusione della storia narrata.

 

 

  • Ha avuto difficoltà nella stesura del romanzo?

Non mi è stato affatto faticoso scriverlo, anzi, ne sono piacevolmente meravigliata, perché ho scritto regolarmente, giorno dopo giorno, senza alcuna difficoltà, senza sbandare una sola volta, dal principio alla fine. Immedesimarmi con tutti i personaggi della storia mi è stato molto semplice, spontaneo, e persino gratificante.

 

 

  • Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Come ogni volta che finisco di scrivere qualcosa mi sono detta: “Questa è l’ultima, non lo faccio più!”, e sono ancora su quella prima impressione. Poi però, so bene che presto mi riprenderà la febbre dello scrivere, e mi ci rimetterò con l’assiduità di sempre: scrivo, scrivo, e riscrivo fino a raggiungere il risultato preposto, fin tanto che mi soddisfi. Al momento non ho nulla in programma. Aspetto, se ci sarà, l’ispirazione. Passo molte ore davanti al PC., in realtà, lavoro troppo. Certo, per personale diletto, nessuno mi obbliga ma… Per il prossimo futuro vorrei uscire di più, camminare senza meta, respirare la vita a pieni polmoni, gustare le meraviglie di una bella giornata di sole, solitaria e tranquilla, e casomai, sostare su una panchina a leggere un buon libro digitale.

 

 

 

 

 

 

 

 

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